Plastic Busters Mpas, per liberare il Mediterraneo dalla plastica


Si chiama “Plastic Busters Mpas” ed è un progetto nato per  proteggere dall'inquinamento da plastica le aree del Mediterraneo, purtroppo particolarmente esposte a questo tipo di contaminazione.  Il Mediterraneo è infatti una delle aree più colpite da rifiuti plastici nel mondo, così come recentemente documentato su riviste scientifiche internazionali dai ricercatori coinvolti nel progetto. Anche all’interno delle aree protette, gli impatti sulla fauna marina, comprese le specie in via di estinzione, non sono completamente conosciuti, e sono ancora insufficienti le misure di prevenzione e mitigazione. Si tratta del primo progetto su scala mediterranea, in cui i paesi dell’Unione Europea e alcuni paesi candidati all’adesione uniscono le forze per affrontare la problematica dei rifiuti marini, con un approccio coordinato .L'idea è partita da Plastic Busters, iniziativa dell'Università di Siena, condivisa con la Marina Militare e dei suoi ricercatori di ecologia marina ed ecotossicologia ambientale, coordinati dalla professoressa Maria Cristina Fossi, che da anni si dedicano alla ricerca scientifica, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e al networking istituzionale per la tutela del Mediterraneo dai rifiuti plastici.  Nel 2016,  con il consenso di tutti gli stati membri, la UfM ha conferito a Plustic Busters il “label”, il riconoscimento che lo pone tra i progetti strategici per lo sviluppo dell’area Mediterranea .

“Plastic Busters Mpas” è stato finanziato con 5 milioni di euro dal fondo europeo Interreg Europe (2004-2020).  Durerà quattro anni e coinvolgerà ben 15 paesi tra cui Italia, Francia, Spagna, Slovenia, Croazia, Albania, Grecia. A coordinarlo sarà l'Ispra con la supervisione scientifica dell'università di Siena. Lo scopo del progetto sarà quello di diagnosticare gli impatti delle macro e microplastiche sulla biodiversità nelle aree marine protette, di definire e testare misure di sorveglianza, prevenzione e mitigazione dell’inquinamento marino da rifiuti plastici, di sviluppare un quadro comune di azioni, di politiche e di legislazione. Con un ulteriore auspicio: arrivare ad una governance complessiva e congiunta del settore,  attraverso un approccio partecipativo e un impegno concreto delle aree marine protette coinvolte nel progetto, per attuarlo attraverso specifici protocolli di intesa, con l’obiettivo di estendere le buone pratiche individuate a tutte le aree marine protette del Mediterraneo. Nella parte finale del progetto, lo scopo sarà fornire ai decisori politici raccomandazioni e strategie per la gestione dei rifiuti plastici marini. 











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